mercoledì 20 ottobre 2010

Andalusia il più bel paese che ci sia...

1) GRANADA

Volo Ryanair prenotato con un buon anticipo al costo complessivo di €15 a testa: solo bagaglio a mano, no assicurazione e atterraggio frenando come i Flintstones! Ho perso un anno di vita, ma guadagnato un twix arrivato sino a noi da tre file dietro.

Granada è piacevolissima! Già dalla prima passeggiata, con ancora lo zaino in spalla, da Plaza de Isabela la Catolica, lungo Calle Ryes Catolicos fino a Plaza Nueva avremmo voluto fermarci ad ogni bar di tapas.

Anche la Carrera del Darro è veramente suggestiva: il lungo fiume, i ponticelli, le costruzioni pietre a vista, i pulmini che sfrecciano a un pelo dai tuoi piedi in una viuzza larga la gittata di uno sputo.

Tramite booking.com ho prenotato una stanza al Room Mate de Miguelettes, nel centralissimo Albaycin, il quartiere moresco. Albergo nuovo, pulito ed accogliente. Personale gentilissimo e veramente paziente considerato l’imbarazzante italo-spagno-inglese con cui provavo ad interagire. Matilde, mentre mi esprimevo a gesti con una ragazza alla reception: “mamma, devi veramente imparare qualche lingua!”… che si riferisse anche all’italiano?

Cos’è l’Albaycin?! Inerpicarsi per gli stretti vicoli di case bianche, inebriati dai colori e profumi dei fiori, anche a ottobre!.
Di notte per lasciarsi alle spalle il clamore della piazza e godersi una cana de cerveza nei bar improvvisati, ma non per questo meno belli.
Di giorno per godere una strepitosa vista dell’Alhambra dal Mirador de San Nicolas. Bellissimo! La magnificenza dell’Alhambra, da una piazzetta simpaticamente animata da artisti di strada.

Ma Granada è prima di tutto e soprattutto l’Alhambra. Ogni descrizione sarebbe povera di aggettivi. Tornerei anche adesso, solo a Granada per rivedere l’ Alhambra. E non perché qui è freddo, buio, lavoro e devo anche pulire casa perché ci è appena stato l’imbianchino… o forse sì, ma solo in parte…

Nota 1: prenotare la visita al Palazzo dei Nasridi, situato all’interno delle mura di recinzione, onde evitare lunghe file nonché la possibilità di non riuscire ad entrare! È necessario passare dalla biglietteria all’ingresso (seguire le indicazioni) per farsi rilasciare il biglietto con il codice a barre, fondamentale per accedere alle varie aree. Lo specifico mi leggesse uno poco perspicace come me.

Nota2: noi avevamo preso l’audioguida (€ 15 per tre giorni) al banchetto informazioni in Plaza Nueva, con 4 percorsi guidati ivi compreso quello dell’Alhambra. Anche no. Anche perché limitata rispetto a quella disponibile presso il Palazzo.

È bello perché le fai visitare quartieri affascinanti, palazzi meravigliosi, le offri vedute mozzafiato, poi Granada per Matilde si riduce alle Croquetas de Los Manueles, che nella sua personale classifica hanno spodestato le lasagne della nonna Gabriella! Purchè le resti qualcosa del viaggio…

2) CORDOBA

Avevo preventivato di raggiungere Cordoba in treno, ma perso quello della mattina ce ne sarebbe stato un altro solo nel tardo pomeriggio. Così abbiamo optato per il pullman. Come in Turchia, gli spostamenti in pullman sono diffusi e sempre come in Turchia, Matilde li detesta.

Per fargliela sfangare ho dovuto fare i salti mortali: inventare una storia da Le Mille e una Notte, meno bella, ma ugualmente lunga; lanciarla fuori, camminare con lei, e rispingerla dentro ad ogni sosta; infine giocare al gioco delle “ACCIOCIASCIONI” (ha un buon lessico, ma è romagnola!). Se solo fossi stata più attenta avremmo potuto prenderne uno che ci avrebbe messo un’ora di meno!

Cordoba è carina e la Mezquita merita di essere visitata. Peccato che la Juderia, e i suoi graziosi vicoli bianchi nei pressi della Cattedrale, siano deturpati dai negozietti con il ciarpame per turisti.

Cordoba può dirsi tappa cuscinetto, necessaria per riprendersi dallo sconquasso emotivo dell’Alhambra e utile a recuperare le forze per affrontare la Movida di Siviglia.

Un menzione d’onore all’Hostal Maestre ove eravamo ospiti. Avevamo prenotato una tripla, ma per un disguido ci avevano preparato una doppia. Senza che dicessimo alcunché ci hanno accomodati in un bellissimo e spazioso appartamento con tutti i confort, senza variazione di prezzo. Abbiamo apprezzato.

L’ingresso dell’appartamento affacciava sulla stessa piazza del Museo de Bellas Artes, a due passi dalla Plaza del Potro, forse turistica, ma piacevole.

I MEZZI

In linea di massima per visitare l’Andalusia suggeriscono modalità Fly and Drive, perché le condizioni delle strade sono buone, i costi sono contenuti ed è un modo suggestivo per ampliare il tour a mete meno tradizionali ma parimenti affascinanti.

Premesso: che noi avremmo visitato solo le città di Granada, Cordoba e Siviglia;
- che avremmo, pertanto, dovuto calcolare solo i collegamenti da e per l’aeroporto e i due spostamenti da città a città;
- che la mia dolcissima Matilde in auto si trasforma nel fatidico GATTO ROGNOSO;
tutto quanto sopra visto e considerato, abbiamo optato per gli spostamenti con i mezzi pubblici.
Scelta che ancora approvo in pieno non fosse per qualche svista. (Pullman Granada-Cordoba 3h e 55 min: fermava in ogni buco di culo di ameno paesello, mi si passi il francesismo).

Comunque, gli spostamenti in pullman sono ben organizzati ed anche economici(tratta Granada – Cordoba €17 cad), attenzione ai tempi di percorrenza!

Da Cordoba a Siviglia in treno. La mattina della nostra partenza tutti gli AVE (treni ad alta velocità) erano pieni, così abbiamo acquistato alla biglietteria automatica (saltando una interminabile fila allo sportello) i biglietti per un MD, equivalente ai nostri regionali come costo, ma agli Eurostar come servizio! Qui il bagno più bello ove abbia fatto pipì in viaggio.

A Granada comodissimo il pullman che piazzato all’ingresso dell’aeroporto ad ogni arrivo, con €3 (anche Matilde) e 20 minuti porta in centro.

Nelle città agevoli gli autobus ove è possibile fare il biglietto sul mezzo (centro-stazione pullman a Granada €1,20 cad. anche Matilde, lo stesso a Cordoba).

martedì 19 ottobre 2010

Si riparte da qui.

La paura di volare mi ha sempre ancorata a terra, soffocando anche ogni curiosità di visitare altri paesi. Poi Karim e Lucy han deciso di sposarsi all’estero, obbligandomi al “salto” in un pullman con le ali!

Son passati quattro anni e 19 voli: Barcellona, Istanbul, Londra (2 volte), Amsterdam, Parigi (solo Eurodisney), New York e dulcis in fundo Andalusia. Sono pervasa da una frenesia di vedere, conoscere, scoprire e rammaricata perché conscia che è solo un assaggio.

Ogni città mi affascina e suggerisco a Matilde di viverci un anno per allargare i suoi orizzonti, imparare la lingua, lo stile, le abitudini e non limitarsi alle 4 tappe del più ordinario giro turistico cui siamo costretti con i pochi giorni a nostra disposizione. Vorrei fosse cittadina del mondo, nei fatti non a parole. Vorrei fosse diversa da me, migliore. Ma soprattutto, vorrei mi desse l’occasione e la base d’appoggio per tornare a visitare città bellissime!

Considerando un anno per ogni città, le ho già ipotecato 6 anni all’estero. Di questo passo dovrò impacchettarla e spedirla già dal prossimo!

Per inciso: la paura rimane, ma distratta. Vivo talmente male il passaggio dei controlli, orari, check-in on line che se riesco a conquistare la poltrona, non ho più voglia di preoccuparmi anche per il decollo. Devo però ancora trovare l’espediente per esorcizzare l’atterraggio. Per il momento prego: “Signore, prendi me e salva loro… ma, se possibile, prendimi rapidamente e indolore, grazie”!