martedì 26 giugno 2012

Gitarella in bici con figlia ottenne.

Lui in Turchia, per lavoro, dice, con costume in valigia, però e posta delle gran foto di cibo, mah.

Noi a Marina di Ravenna in bicicletta. Io una sfollata: sacche minima spesa-massima capienza, zaino da trekking salva schiena, tendina sul portapacchi. Lei montabike borraccia e casco fucsia: adorabilmente vomitevole.

I primi 16 km l’entusiasmo spinge sui pedali. Dribbliamo turisti in infradito, “sguinciamo” portiere di auto in divieto di sosta e “staffettiamo” con un camioncino delle consegne agli alberghi. Ad ogni sorpasso fantozziane boccate di gas di scarico.
Ah, lo sport all’aria fresca!

A Bellaria (RN) treno con servizio bici sino a Ravenna . Quindi 12 km di ciclabile, degna di questo nome, ma parallela alla statale, sotto al solleone e controvento.
Primi segni di cedimento: “mamma, ho male al cuore” Houston abbiamo un problema!

Pausa pic nic. Matilde si riprende, rifocillata nello spirito e nello stomaco ed anche il procurato allarme di infarto infantile rientra (e con lui la certa flagellazione che avrei subito da parte dei nonni tutti).

Ma fa caldo, sono le 15 e noi siamo a spasso dalle 8 di mattina. Conforto Matilde promettendole un refrigerante bagno nella piscina del campeggio. Anche solo a immaginarsi il tuffo par di sentire gli schizzi d’acqua. Probabilmente è un piccione che ci sta pisciando addosso.

Al camping cui approdiamo, consegno i documenti come dovessi attestare l’identità per la ricezione di un premio. Ma nessuna piscina: “oltre la pineta c’è il mare, a che ti serve la piscina?!” risponde garrula la receptionist. Lei non sa che la bambina è disfatta dalla fatica, ha pedalato per 28 km, gli ultimi 9 inseguendo un miraggio. Matilde indietreggia barcollante, due megalacrime modello manga giapponese le pendono dagli occhioni affranti: “era meglio stare a casa con i nonniiiii”.

Recupero i documenti : “mi scusi, magari torniamo più tardi, andiamo a sgranchirci le gambe, a salutare gli amici, a scavarci una fossa…
Poco più avanti altro campeggio piscina munito: odo le campane far festa!

La vacanza prosegue: cena di pesce, spettacoli all’aperto, sonno ristoratore poi colazione cappuccio due paste (a testa), MARE, castello di sabbia, conchiglie, racchettoni, pranzo e bagni bagni bagni in un’acqua cristallina da dove, volgendo lo sguardo a monte non la solita muraglia alberghiera di cemento e mattoni, ma una placida verdeggiante pineta.

Matilde: “insomma, tanta strada per far le stesse cose che facciamo a Rimini?!

Ho voluto la bicicletta?

mercoledì 20 giugno 2012

RID RID PATACA

Questa mattina, arrivo in Tribunale, svolto l'angolo e vedo un volto amico. Gli sorrido. Lui niente, mi fissa impassibile. Io continuo imperterrita con il mio sorrisone 36 denti e spazietto infraincisivale (anche detto diastema, che mi dicono essere di gran moda, oggi. Forse perchè gira la voce che chi l'abbia sia brava in una certa pratica che richiede l'uso di ginocchiere. Non è la pallavolo. Per quanto mi riguarda l'associo a quella volta in cui, in discoteca, un ragazzetto mi disse: "Hai un dente ogni quarto d'ora"). Comunque, il collega 'volto amico' mi fa cenno di avvicinarmi e lì giunta mi dice: "Ma cos'hai tanto da ridere già di prima mattina?!". Irrilevante che fossero le 11, non anche il fatto che sia già successo che mi rivolgessero questa domanda. In altra occasione sempre un collega anzianotto, abbracciandomi (fors'anche nel tentativo di stocchicchiare qua e là, ma io di sodo ho solo i polpacci), mi disse "Bella te, ridi sempre e mi metti di buon umore". Mi sorge il dubbio che passi per ebete. Non che non lo sia, ma sarebbe importante almeno dissimularlo!